Tutte dette navi sono coperte, e hanno un arbore con una vela, e il cargo che porta la nave per la maggior parte è di quattromila cantari, e fino a dodici che alcune ne portano, intendendo il cantaro al modo di Venezia. Non usano corde di canevo se non per l'arbore della nave, per la vela, ma hanno canne longhe da quindici passa, come abbiamo detto di sopra, le quali sfendono da un capo all'altro in molti pezzi sottili, e poi le piegano insieme e fanno di quelle tortizze longhe trecento passa, non meno forti che le tortizze di canevo, tanto sono con gran diligenza fatte. Con queste in luogo d'alzana si tirano su per il fiume le navi, e ciascuna ha dieci o dodici cavalli per far questo effetto di tirarle all'incontro dell'acqua, e anco a seconda. Sono sopra questo fiume, in molti luoghi, colline e monticelli sassosi, sopra i quali sono edificati monasterii d'idoli e altre stanzie, e di continuo si truovano villaggi e luoghi abitati.
Della città di Cayngui.
Cap. 64.
Cayngui è una città picciola appresso il sopradetto fiume verso la parte di scirocco, dove ogn'anno si raccoglie grandissima quantità di biade e risi, e portasi la maggior parte alla città di Cambalú per fornir la corte del gran Can, percioché passano da questa città alla provincia del Cataio per fiumi e per lagune, e per una fossa profonda e larga, che il gran Can ha fatto fare accioché le navi abbino il transito da un fiume all'altro, e che dalla provincia di Mangi si possa andar per acqua fino in Cambalú senza andar per mare: la qual opera è stata mirabile e bella per il sito e longhezza di quella, ma molto piú per la grande utilità che ricevono dette città. Vi ha fatto similmente far appresso dette acque terragli grandi e larghi, accioché vi si possa andar anco per terra commodatamente.
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Venezia Cayngui Cambalú Can Cataio Can Mangi Cambalú
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