Hanno molti medici, e quelli eccellenti, che sanno conoscere le infirmità e darli i debiti rimedii, e alcuni che chiamano savii, come appresso di noi filosofi, e altri detti maghi e indovini. Sopra li monti vicini a questa città vi nasce il reobarbaro in somma perfezione, che va per tutta la provincia; vi nasce anco in quantità il gengevo, e v'è tanto buon mercato che quaranta libre di fresco si può aver per tanta moneta che vagli un grosso d'argento veneziano. Sono sotto la giurisdizione di Singui da sedici buone città, e ricche di gran mercanzie e arti. E Singui vuol dire città di terra, come all'incontro Quinsai città del cielo.
Or, partendosi da Singui, si truova un'altra città di Vagiu, lontana una giornata, dove è similmente abondanza di seta, e vi sono molti mercanti e artefici: e quivi lavorano tele sottilissime e di diverse sorti, e vengono condotte per tutta la provincia. Né altro essendovi degno di memoria, trattaremo della maestra e principale città della provincia di Mangi, nominata Quinsai.
Della nobile e magnifica città di Quinsai.
Cap. 68.
Partendosi da Vagiu, si cavalca tre giornate, di continuo trovando città, castelli e villaggi, tutti abitati e ricchi. Le genti sono idolatre e sotto la signoria del gran Can. Dopo tre giornate si truova la nobile e magnifica città di Quinsai, che per l'eccellenza, nobiltà e bellezza è stata chiamata con questo nome, che vuol dire città del cielo, perché al mondo non vi è una simile, né dove si truovino tanti piaceri, e che l'uomo si reputi essere in paradiso.
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