E a tutte l'ore s'incontrano genti che vanno su e giú per le sue facende, che li accade che a vedere tanta moltitudine ognun crederia che non fosse possibile che si trovasse vittuarie a bastanza di poterla pascere: e nondimeno in ogni giorno di mercato tutte le dette piazze sono coperte e ripiene di genti e mercanti, che le portano e sopra carri e sopra navi, e tutta si spaccia. E per dire una similitudine del pevere che si consuma in questa città, accioché da questa si possa considerare la quantità delle vittuarie, carni, vini, speciarie, che alle spese universale che si fanno si ricerchino, messer Marco sentí far il conto, da un di quelli che attendono alle dogane del gran Can, che nella città di Quinsai, per uso di quella, si consumava ogni giorno quarantatre some di pevere: e ciascuna soma è libre dugento e ventitre.
Gli abitatori di questa città sono idolatri, e spendono moneta di carta; e cosí gli uomini come le donne sono bianchi e belli, e vestono di continuo la maggior parte di seta, per la grand'abondanza che hanno di quella, che nasce in tutt'il territorio di Quinsai, oltre la gran quantità che di continuo per mercanti vien portata d'altre provincie. Vi sono dodici arti che sono reputate le principali che abbino maggior corso dell'altre, ciascuna delle quali ha mille botteghe, e in ciascuna bottega overo stanza vi dimorano dieci, quindici e venti lavoranti, e in alcune fino a quaranta, sotto il suo patrone overo maestro. Li ricchi e principal capi di dette botteghe non fanno opera alcuna con le loro mani, ma stanno civilmente e con gran pompa.
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Marco Can Quinsai Quinsai
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