E similmente, di tutte le cose che nascono nel paese, cosí animali come di quel che produce la terra, e seta, si paga la decima al re. E fatt'il conto in presenza del detto messer Marco, fu trovato che l'entrata di questo signore, non computando l'entrata del sale detta di sopra, ascende ogn'anno alla somma di 210 tomani, e ogni toman, com'è detto di sopra, vale ottantamila saggi d'oro, che saria da sedici millioni d'oro e ottocentomila.
Della città di Tapinzu.
Cap. 70.
Partendosi dalla città di Quinsai, si camina una giornata verso scirocco, di continuo trovando case, ville e giardini molti belli e dilettevoli, dove nasce ogni sorte di vittuarie in abondanza; e poi s'arriva alla città di Tapinzu, molto bella e grande, che risponde alla città di Quinsai. Adorano idoli, e hanno la moneta di carta; abbruciano i corpi, e sono sotto il gran Can, e vivono di mercanzie e arti.
E altro non v'essendo, si dirà della città di Uguiu.
Della città di Uguiu.
Cap. 73.
Da Tapinzu andando verso scirocco tre giornate, si truova la città di Uguiu, e per due altre giornate pur per scirocco si cammina, di continuo trovando città, castella e luoghi abitati; ed è tanta la continuazione e vicinità che hanno insieme, che par a' viandanti passare per una sola città; le qual città rispondono a Quinsai. Tutte le genti adorano gl'idoli, e hanno abondanza grande di vittuarie. Quivi si truovano canne piú grosse e piú longhe di quelle dette di sopra, perché ne sono alcune grosse quattro palmi e quindici passa longhe.
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Marco Tapinzu Quinsai Tapinzu Quinsai Can Uguiu Uguiu Tapinzu Uguiu Quinsai
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