Dell'isola di Pentan e regno di Malaiur.
Cap. 9.
Partendosi di Lochac, si naviga cinquecento miglia per mezodí, e si truova un'isola chiamata Pentan, la quale è in un luogo molto salvatico. E tutti i boschi di quell'isola producon arbori odoriferi. E fra la provincia di Lochac e l'isola di Pentan, per miglia sessanta, in molti luoghi non si truova acqua, se non per quattro passa alta, e per questo bisogna che li naviganti levino piú alto il timone, perché non hanno acqua se non da circa quattro passa. E quando s'ha navigato questi sessanta miglia verso scirocco, si va piú oltre circa trenta miglia e si truova un'isola ch'è regno, e chiamasi la città Malaiur, e cosí l'isola Malaiur, le cui genti hanno re e linguaggio per sé. La città certamente è nobilissima e grandissima, e si fanno in quella molte mercanzie d'ogni specie, perché quivi ne sono in abondanza. Né vi sono altre cose notabili, onde, procedendo piú oltre, trattaremo della Giava minore.
Dell'isola di Giava minore.
Cap. 10.
Quando si parte dall'isola Pentan e che s'è navigato circa a cento miglia per scirocco, si truova l'isola di Giava minore: ma non è però cosí picciola che non giri circa duemila miglia a torno a torno. E in quest'isola son otto reami e otto re, le genti della quale adorano gl'idoli, e in ciascun regno v'è linguaggio da sua posta, diverso dalla favella degli altri regni. V'è abondanza di tesoro e di tutte le specie e di legno d'aloe, verzino, ebano, e di molte altre sorti di specie, che alla patria nostra, per la longhezza del viaggio e pericoli del navigare, non si portano, ma si portan alla provincia di Mangi e del Cataio.
| |
Pentan Malaiur Lochac Pentan Lochac Pentan Malaiur Malaiur Giava Giava Pentan Giava Mangi Cataio
|