Or vogliamo dire della maniera di queste genti, di ciascuna partitamente per sé. Ma primamente è da sapere che quest'isola è posta tanto verso le parti di mezogiorno che quivi la stella tramontana non si può vedere. E messer Marco fu in sei reami di quest'isola, de' quali qui se ne parlerà, lasciando gli altri due che non vidde.
Del regno di Felech, ch'è sopra la Giava minore.
Cap. 11.
Cominciamo adunque a narrare del regno di Felech, il qual è uno delli detti otto. In questo regno tutte le genti adorano gl'idoli, ma per li mercanti saraceni, che del continuo ivi conversano, si sono convertiti alla legge di Macometto, cioè quelli che abitano nelle città; e quelli che abitano ne' monti sono come bestie, però che mangiano carne umana, e generalmente ogni sorte di carni monde e immonde; e adorano diverse cose, perché quand'alcuno si leva su la mattina adora la prima cosa ch'ei vede per tutto quel dí.
Del secondo regno di Basma.
Cap. 12.
Partendosi da questo regno, s'entra nel regno di Basma, il qual è da per sé e ha linguaggio da sua posta, le cui genti non hanno legge, ma vivono come le bestie. Si chiamano per il gran Can, nondimeno non li danno tributo, perché sono lontani, di sorte che le genti del gran Can non posson andar a quelle parti: ma tutti dell'isola si chiamano per lui, e alle volte, per quelli che passano di là, li mandano qualche bella cosa e strana per presenti, e specialmente di certa sorte d'astori.
Hanno molti elefanti salvatichi e leoncorni, che sono molto minori degli elefanti, simili a' buffali nel pelo, e li loro piedi sono simili a quelli degli elefanti; hanno un corno in mezzo del fronte, e nondimeno non offendono alcuno con quello, ma solamente con la lingua e con le ginocchia, perché hanno sopra la lingua alcune spine longhe e aguzze, e quando vogliono offendere alcuno lo calpestano con le ginocchia e lo deprimono, poi lo feriscono con la lingua.
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