La parte ch'è verso tramontana chiama Asia interiore, e quella verso mezogiorno esteriore, e fa che 'l monte Caucaso sia quello che vi vada per mezo, il qual chiama con diversi nomi: e questo nostro Armeno lo chiama Cocas. Oltre il qual Caucaso dice Strabone che non v'andarono mai le genti né d'Alessandro né di Pompeo, né mai s'ebbe molta cognizione de' popoli che v'abitano, ma gli nomina universalmente Sciti (come facciamo noi al presente, che li chiamiamo tutti Tartari) e anco Massageti, Nomadi, Amaxovii, e dalla vita loro che facevano sopra carri e a modo di pastori in diversi lordò, che cosí chiamano la congregazione di quei popoli che abitando ne' carri vivono insieme. E li primi ch'abbiano scritto di questi Tartari e di quest'Asia profonda overo interiore, per quel ch'io ho potuto leggere, sono il sopradetto messer Marco Polo e questo gentiluomo armeno, percioché ambedue v'andarono in persona, sí come si legge ne' loro scritti: ne' quali, e massimamente in quelli dell'Armeno, è pur cosa troppo mirabile da considerare come da questa parte incognita al mondo verso greco levante, ch'è chiusa e circondata con tanti e cosí longhi deserti, potesse venire una tanta inondazione di popoli per ordine di quelli imperatori che copersero tutta l'Asia. E non è piú di 250 anni che, non contenti di quella, volsero anco entrare nell'Europa, imperoché, passato il fiume della Tana e soggiogata la Cumania, andarono ruinando la Rossia, Polonia, Sclesia, Moravia, Ungaria, e finalmente vennero nell'Austria.
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