Questa città anticamente si chiamava Alessandria, e al presente è chiamata Porta di Ferro.
E tanto stettero a disfare le mura, che la fama della venuta de' Tartari pervenne al paese de' Giorgiani, onde Yuanus principe, che signoreggiava detti popoli, congregato gran numero delle sue genti, in una pianura detta Mogran s'incontrò co' Tartari; dove essendone morti assai dall'una e l'altra banda, al fine i Giorgiani furno sconfitti e rotti, e li Tartari restando vincitori si misero andare piú avanti, fin che pervennero a una città del soldano di Turchia chiamata Arscor. Ove avendo inteso Gebesabada che 'l soldano l'aspettava con gran numero di gente molto ben guernite per combattere con loro, essi non ebbero ardire d'affrontargli, ma schivarono la battaglia, trovandosi, sí per il cammino, sí ancora per i disagi sofferti, mezi rovinati. E per questa causa se ne tornarono indietro piú presto che poterono all'imperatore Hoccota Can, il qual allora si trovava in Cambalú, dove il capitano Gebesabada gli narrò tutt'il viaggio e tutto quello che gli era incontrato da che esso da lui s'era partito. Le quali cose avendo intese l'imperatore, volendo pur al tutto soggiogar l'Asia, chiamati a sé tre suoi figliuoli, dando a ciascuno d'essi gran numero di genti, arme e ricchezze, comandò loro ch'andassero in Asia e quella sottomettessero al suo imperio. E al primogenito, chiamato Iochi, ordinò ch'andasse verso ponente fino al fiume Phison, ch'è il Tigris, e piú oltre non passasse; al secondo, detto Baydo, verso settentrione; al terzo, detto Chagoday, dovesse andare verso mezodí. E a questo modo divise li reami dell'Asia tra' suoi figliuoli.
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