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      Esso veramente con l'esercito suo se n'andò per le terre e provincie, dove s'estese sino al reame di Zagathai, e l'altra parte entrò nel regno detto Cassia, dove li popoli, che non erano soggetti a' Tartari, adoravano gl'idoli.
      In questo tempo Hoccota Can elesse un valente capitano e molto prudente, nominato Baydo, al qual diede trentamila cavalli, di quelli che si chiamano thamachi, cioè conquistatori, e gli comandò ch'andasse per quella medesima strada per la quale era andato Gebesabada con li diecimila Tartari sopra nominati, né dovesse far dimora in altro luogo fin che non pervenisse al regno di Turchia, il signor del quale fra tutti i principi d'Asia era reputato il piú potente; e conoscendosi essere inferiore a lui, non dovesse combattere, ma ritirarsi al sicuro in qualche buona città, e quivi darne aviso ad alcuno de' suoi figliuoli che li fosse piú vicino, avisandolo che gli mandasse aiuto per potere sicuramente combattere. Baydo, andando con li detti trentamila cavalli a buone giornate, gionse al regno di Turchia, dove intese che quel soldano che aveva cacciato la prima volta li Tartari era morto, e in suo luogo era successo un suo figliuolo detto Guyatadin, il quale, inteso la venuta de' Tartari, ebbe grandissima paura, e per difendersi chiamò al suo soldo ogni sorte di gente ch'esso poteva avere, cosí barbari come latini: e fra gli altri ebbe duemila latini sotto due capitani, uno nominato Giovanni da Liminada, ch'era dell'isola di Cipro, l'altro Bonifacio da Molin, nato in Venezia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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