Mangú Can, udite e intese le domande del re d'Armenia, convocò i suoi baroni e consiglieri, dove, essendo il re presente, rispose in tal guisa: «Conciosiaché il re d'Armenia sia venuto di lontani paesi volontariamente al nostro imperio e non sforzatamente, cosa convenevole è alla nostra imperiale Maestà di compiacere alle sue domande, e particolarmente a quelle che sono giuste e oneste; e cosí diamo risposta a voi, re d'Armenia, che tutte le vostre domande accettiamo, e con l'aiuto d'Iddio le faremo adempire. E io, imperatore e signore de' Tartari, primo mi voglio far battezzare, tenendo la medesima fede ch'ora tengono i cristiani, e conforterò tutti quelli che sono sotto il mio imperio che faccino il simile, non già sforzandoli. Secondo, ci piace che tra' cristiani e Tartari sia perpetua pace: con questo però, che dobbiate constituirvi per la principale securezza che i cristiani inviolabilmente osserveranno la concordia e la pace verso noi, come noi verso d'essi. Vogliamo ancora che tutte le chiese de' cristiani e li chierici di ciascuna sorte abbino il privilegio di libertà, né possino da alcuno esser molestati. Alla parte ch'aspetta alla Terra Santa, se non fossero le facende ch'abbiamo, in quelle parti per riverenza del nostro Signor Giesú Cristo noi personalmente veniressimo; ma daremo l'impresa ad Haloon nostro fratello, ch'esso espedisca questa cosa come porta il dovere, e liberi la città di Gierusalem e tutta la Terra Santa dalle mani de' saraceni, e la restituisca a' cristiani.
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