Come Haloon prese la città di Baldach, e della sorte di morte che fece fare al califo, e della moglie cristiana di Haloon.
Cap. 11.
Dopo che Haloon ebbe ordinata la guardia nel regno di Persia (come li parse esser sufficiente), se n'andò a una certa provincia vicina d'Armenia, detta Sorloch, ove tutta quella state si diede spasso e riposo; e venuto l'inverno deliberò di voler pigliare la città di Baldach, nella quale era il califo, maestro e dottore della setta del perfido Maumetto. E raccolto un esercito di trentamila Tartari combattenti, i quali erano nel regno di Turquia, insieme con l'altre sue genti diede la battaglia alla detta città, la quale di subito fu presa, e il califo fu menato prigione innanzi Haloon. Nella città furono ritrovate tante ricchezze che non è uomo che credesse che tante ne fossero in tutt'il mondo. Fu presa nell'anno del Signore 1258. Haloon, avendo alla sua presenza il califo, gli fece mettere innanzi tutto il suo tesoro, domandandogli se sapeva essere stato suo tutto quello che vedea; il qual rispose che sí. Disse adunque Haloon: «Perché con tanto tesoro non chiamavi tanti soldati e tuoi vicini, che defendessero te e la tua terra dalla potenza de' Tartari?» Rispose califo: «Perché io credea che fossero assai sufficienti le genti mie». Al che replicò Haloon: «Essendo adunque tu chiamato dottore di tutti quelli che credono nella falsa setta di Maumetto, è ben conveniente che da' tuoi sii rimunerato come un tale e tanto maestro merita, qual non deve essere d'altri cibi nutrito che di quelle cose preciose le quali ha tant'amate e con grande avidità custodite». E comandò ch'ei fosse serrato in una camera, e avanti gettate le perle e l'oro, accioché di quelle si cibasse a sua satisfazione, né gli fosse portato cosa di sorte alcuna: e cosí il misero avaro finí la sua miserabil vita, né dopo fu alcuno califo nella città di Baldach.
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