Cap. 14.
Prima che Haloon giugnesse nel regno di Persia gli venne nuova come i principi e nobili de' Tartari aveano posto Cobila Can, suo fratello, nella sedia imperiale, per il che se ne ritornò in Tauris. Dove stando, intese come Barcha veniva con grandissimo esercito, intendendo di voler avere l'eredità dell'imperio: per li quali romori Haloon, congregate le sue genti, se n'andò contra il nemico. E giunto sopra un certo fiume congelato fu cominciata la battaglia, ma per la moltitudine delle genti il ghiaccio si ruppe, e s'annegarono dall'una e l'altra banda piú di trentamila Tartari; il restante dell'esercito d'ambe le parti, per la perdita de' suoi soldati, se ne tornarono tristi e dolenti alle loro case.
Guiboga, il quale Haloon avea lasciato nel regno di Soria e nella provincia di Palestina, tenne quelle terre in gran pace, amando molto i cristiani, imperoch'esso era della progenie di quei tre re che vennero ad adorare la natività del Signore; e affaticandosi detto Guiboga di ridurre la Terra Santa in mano de' cristiani, ecco il nemico dell'umana natura pose discordia tra lui e li cristiani di quelle parti, la quale fu in questa guisa. Nella terra di Belforte, la quale fu del dominio della città di Sidonia, erano piú ville, nelle quali i saraceni pagavan un certo tributo a' Tartari. Onde accadette ch'alcuni uomini di Sidone e di Belforte insieme andarono alle ville de' saraceni e a' casali e li saccheggiarono, e molti di quelli ammazzarono, facendo prigioni gli altri e menando via assai moltitudine di bestiame.
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