Cap. 16.
Bunhocdare, soldano d'Egitto, favorito dalla prospera fortuna, abbassò grandemente il regno d'Armenia, in questo modo. Sapendo egli che 'l re era andato con gran gente in Tartaria, pensò d'assalire l'Armenia, laonde mandò un capitano con le sue genti. I figliuoli del re, intendendo la venuta de' saraceni, ragunati nel suo regno tutti quelli che potevano portar arme, gli andarono contro e con quelli animosamente combatterono. Pure alla fine l'esercito degli Armeni fu superato e vinto, e de' due figliuoli del re l'uno fu morto e l'altro preso nella battaglia. I saraceni con quella vittoria corsero per tutto il regno d'Armenia e, saccheggiato tutt'il piano, ne riportorno molti bottini, in danno grandissimo de' cristiani: e da questo accidente crebbe molto la potenza de' nemici, e s'indebolirno le forze del regno d'Armenia.
Intese queste cattive novelle, il re fu grandemente conturbato, né ad altro giorno e notte pensava se non come ei potesse offendere i saraceni, per il che spesse fiate invitava Abaga e li Tartari alla destruzione della setta maumettana in favore de' cristiani; ma Abaga s'escusava, per le guerre ch'avea co' suoi vicini. Vedendo il re d'Armenia non poter avere allora aiuto da' Tartari, mandò ambasciatori al soldano d'Egitto e con quello fece tregua, per riavere suo figliuolo di prigione. Il soldano promise, rendendoli un suo compagno amicissimo chiamato Angolascar, ch'era prigione appresso i Tartari, e alcuni castelli della città d'Aleppo, i quali gli erano stati occupati al tempo di Haloon, di restituirli il figliuolo, onde il re s'affaticò tanto co' Tartari che gli concederono Angolascar, e in cambio di quello riebbe poi il suo figliuolo; e appresso diede al soldano il castello di Tempsach, e fece rovinare due altri castelli a sua requisizione.
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