E in tal guisa fu liberato il figliuolo del re Hayton d'Armenia, il quale, poi che furono fatte le sopradette cose, avendo tenuto il reame per quarantacinque anni, lo renunziò, dandolo al signor Livon suo figliuolo, ch'era stato liberato di prigione; ed esso, renunziando alle pompe di questo mondo, entrò nella religione, mutato secondo il costume d'Armeni il proprio nome, e fu chiamato Macario, e dopo non molto tempo morí: e fu negli anni del Signore 1270.
Del re Livon d'Armenia, il quale governò molto ben il suo regno,
e come Abaga Can fece morire Parvana suo ribello.
Cap. 17.
Il sopra nominato Livone, re d'Armenia, fu molto saggio e prudente, e governò il suo regno con gran prudenza e ingegno; fu grandemente amato, sí da' suoi sí ancora da' Tartari. Tutt'il suo intento sempre fu di destruggere i saraceni, onde nel suo tempo accadde ch'Abaga fece pace co' suoi vicini, con li quali longo tempo era stato in guerra, e nel medesimo tempo il soldan d'Egitto entrò nel regno di Turquia e ammazzò molti Tartari e molti ne scacciò dalle ville. Era allora nel regno di Turquia capitan de' Tartari un certo saraceno chiamato Parvana. Questo si ribellò contro Abaga e andò con le sue genti nell'esercito del soldano, e insegnava il modo come si dovessero rovinare e far morire tutti i Tartari: la qual cosa intesa da Abaga, subito cavalcò con tanta celerità che in 15 giorni fece il viaggio di 40 giornate. Udita la venuta de' Tartari, il soldan d'Egitto quanto prima poté si partí del regno di Turquia, né cosí fu il suo andare veloce che non fosse da' Tartari sopragiunto nella coda del suo esercito nell'entrare dell'Egitto, in un certo luogo chiamato Pasblanec.
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