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      Accettò Abaga il consiglio del re, e providde che niun saraceno avesse il dominio in quelle terre. Fatte queste cose, il re d'Armenia ricercò pregando ch'Abaga volesse andare alla liberazione della Terra Santa per cavarla delle mani de' pagani: il che promise Abaga fare con tutt'il suo potere, e consigliò il re che mandasse ambasciatori al papa e agli altri principi e signori de' cristiani in soccorso della Terra Santa.
      Dopo ch'Abaga ebbe ordinato nel regno di Turquia quello ch'era di mestiero, ritornò al regno di Corasam, ov'avea lasciato la sua famiglia. Bunhocdare, soldano d'Egitto, al quale i Tartari aveano fatto danno e vergogna, fu attossicato nella città di Damasco e subito morí, del che i cristiani di quelle parti n'ebbero grand'allegrezza e i saraceni gran dolore, perché dopo quello non ebbero cosí buon soldano. Melechahic suo figlio successe nella signoria, nella qual stette poco tempo, essendo scacciato da Elfi, il quale per forza si fece soldano.
     
      Come Abaga Can mandò Mangodamor suo fratello con un esercito di Tartari al re d'Armenia contra il soldano d'Egitto, qual fu rotto da' detti; nondimeno Mangodamor per paura si ritirò fino sopra le ripe dell'Eufrate.
      Cap. 19.
     
      Venendo il termine ch'Abaga dovea muover guerra contra il soldano d'Egitto, ordinò che Mangodamor suo fratello andasse con trentamila Tartari nel regno di Soria, e se per caso il soldano gli venisse contro per combattere, che valorosamente lo superasse; e se 'l soldano schifasse la battaglia, esso pigliasse le terre e i castelli e le desse in guardia de' cristiani.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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