Allora tutte le squadre da ogni banda cominciarono a combattere, e durò il fatto d'arme dal levar del sole fino a nona; alla fine il soldano, non potendo resistere alle forze di Casano, il quale con le proprie mani facea cose maravigliose, si messe in fuga con tutto l'esercito de' saraceni, e Casano l'andò perseguitando fino all'oscura notte, occidendoli in diversi modi: onde tanta fu la rovina e la strage de' saraceni, che tutta la terra si vedeva coperta di corpi morti, d'uomini e di cavalli, e di feriti. Dopo la battaglia Casano riposò quella notte in un luogo detto Caneto, rallegrandosi e oltre modo facendo festa per la vittoria, la quale per volontà di Dio aveva ottenuta contra i nemici. E questo fatto d'arme fu nell'anno 1301, il mercoledí avanti la natività del Signore.
Della fuga del soldano d'Egitto, e come Casano divise le spoglie dell'esercito de' saraceni e del tesoro del soldano fra li suoi, e della fortezza e liberalità incredibile di Casano.
Cap. 26.
Dopo queste cose, Casano comandò al re d'Armenia e a un capitano de' Tartari, il quale si chiamava Molai, che con quarantamila cavalieri de' Tartari perseguitassero il soldano fino al deserto d'Egitto, dove si dicea ch'esso andava, il quale era distante dal campo dove era stata la battaglia dodici giornate, e di piú che lo dovessero aspettare appresso la città di Gazara, overo il suo ordine. Il re adunque d'Armenia e il detto Molai, col numero de' detti Tartari, si partirono avanti il levar del sole, e con veloce passo perseguitavan il campo del soldano.
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