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      Cap. 28.
     
      Stando Casan appresso Damasco e dandosi buon tempo, gli fu avisato come un suo parente, detto Baido, era entrato con gran numero di genti nel regno di Persia, rubbando e saccheggiando ciò che trovavano: per il che fu consigliato di ritornarsene subito, acciò non facessero peggio. Onde Casan ordinò che 'l maggior capitan del suo esercito, detto Cotolusa, restasse alla guardia del regno di Soria, ordinando a Molai e agli altri Tartari che gli dessino ubbidienza come suo luogotenente; e dopo fece li rettori e governatori sopra tutte le città, dando Damasco in custodia a Calfach traditore sopra nominato, del quale per ancora non se n'era accorto, né sapea di lui cosa alcuna. E chiamato poi il re d'Armenia, gli fece intendere della sua partita, dicendo: «Noi volentieri avremmo dato le terre ch'abbiamo acquistate in guardia a' cristiani, se fossero venuti, e se verranno ordineremo a Cotolusa che gli dia tutte quelle che per il passato hanno tenute, e appresso, per reparazione de' castelli, l'aiuto che sarà conveniente». E dopo queste parole si messe in cammino verso la Mesopotamia e, giunto al fiume Eufrate, mandò nuovo ordine a Cotolusa che, lasciati ventimila Tartari a Molai, venisse col restante dell'esercito a trovarlo: il che fu da lui eseguito. Essendo Molai restato luogotenente di Casan nella Soria, a persuasione di Calfach cavalcò con tutte le genti verso le parti di Gierusalemme, a un luogo detto Gaur, per trovarsi in quello grand'abbondanza di pascoli per li cavalli e tutte l'altre cose necessarie.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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