E venuta la state e il caldo grande, Calfach, ch'avea già gran tempo nell'animo deliberato di voler tradire Casano, scrisse al soldano secretamente ch'ora era il tempo, se volea, di dargli Damasco e tutte l'altre terre ch'aveva preso Casano. Al soldano piacque il partito, e gli promise in perpetuo il dominio di Damasco e gran parte del suo tesoro, e appresso una sua sorella per moglie: per la qual promessa fra pochi giorni Calfach si ribellò, e fece ribellare tutte le terre de' Tartari, persuadendole che per il caldo grande i Tartari non potriano cavalcare né venire in soccorso. Molai, veduta questa universale ribellione, non s'assicurando star quivi con sí poca gente, per il piú corto cammino se n'andò nella Mesopotamia e narrò tutto il successo a Casano, il qual n'ebbe gravissimo dolore; ma per non poter far altro per causa del caldo, come prima s'approssimò il tempo del verno, sopra le ripe del fiume Eufrate fece un grandissimo preparamento di genti, facendo passar Cotolusa con trentamila Tartari, e ordinandogli che, giunto a' confini d'Antiochia, mandasse a chiamare il re d'Armenia e gli altri signori de' cristiani di levante e dell'isola di Cipri, e mentre che lui venia dietro con la forza dell'esercito, esso dovesse entrare nel regno di Soria.
Cotolusa seguí quanto gli era stato comandato, e giunto in Antiochia fece venire il re d'Armenia con tutte le sue genti; e li cristiani ch'erano in Cipri, intesa questa venuta de' Tartari, con galere e altri legni se ne vennero all'isola detta Anterada: ed era di quelli capitano messer Tiron, fratel del re di Cipro, gran maestro della casa dell'ospitale del tempio e del convento de' fratelli.
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