Venuto finalmente il giorno, e scapolato il pericolo dell'acque, vedendo gli archi e le saette, che sono l'armi con le quali combattono, cosí bagnate che non si potevano adoperare, restarono tutti stupefatti e attoniti perché, se li nemici gli avessero seguitati, non ne saria scapolato alcuno che non fosse stato o preso o morto. Dopo i Tartari, per causa di quelli che si trovavano a piedi avendo perso i cavalli, s'aviarono a picciole giornate verso il fiume Eufrate; né alcuno de' nemici ebbe ardire perseguitarli. Ma, giunti al fiume, essendo necessario di passarlo per mettersi al sicuro, lo trovorno tanto torbido e gonfiato, per grandissime pioggie ch'erano state, ch'egli era cosa miserabile e spaventosa a vedere gli uomini e i cavalli ch'entravano nel fiume annegarsi senz'alcun remedio, tal che perirono gran numero d'uomini: e piú furono gli Armeni e Giorgiani che i Tartari, perché li loro cavalli hanno miglior notare degli altri. E a questo modo se ne ritornarono in Persia rovinati e disfatti, non già per la potenza de' nemici, ma parte a caso, parte per mal consiglio: e ne fu gran causa l'ostinazione di Cotolusa, che mai volse acconsentire al consiglio d'alcuno, conciosiaché, se lui avesse voluto dar orecchie a quello che gli diceano i savii e periti nell'arte della guerra, facilmente poteva schivare tanti pericoli e disordini.
E io fra Hayton, che la presente istoria ho messo insieme, mi son trovato in persona a tutte le sopradette cose, sopra le quali s'io piú longamente parlassi di quello ch'è il dovere, supplico a' lettori che mi perdonino, percioché lo faccio accioché, ammaestrati dall'esempio di questi, possino per l'avvenire fuggire simili inconvenienti, conciosiaché l'imprese che si fanno con maturo consiglio sogliono ordinariamente aver ottimo fine, ma, facendole senza considerazione e alla balorda, si truovan il piú delle fiate ingannati quei che l'operano.
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