Il medesimo girar de' cieli si vede aver indotto molti popoli a partirsi del lor natio paese, e a guisa di superbi e rapidi fiumi trascorrer negli altrui per occupargli, scacciandone via gli antichi abitatori, e, non contenti di questo, aver voluto anche mutar loro i nomi. Sí che oggidí sono molti popoli che in vero non sappiamo né quali né dove fossero anticamente, di che ne può render certa testimonianza la misera Italia, alla quale, dopo la rovina dell'imperio romano, le tante strane e barbare nazioni venute insin di sotto la tramontana, scacciatone gli abitatori, mutarono la lingua natia, i nomi delle provincie, de' fiumi e de' monti, e quasi levando le città dal proprio sito le fabricarono poi lontane dal luogo dove prima erano state edificate. E questo non è solamente avvenuto all'Italia, ma alla provincia della Gallia, che, occupata che fu dalla feroce nazione de' Franchi, perdé insieme con gli abitatori ancora il nome. Il medesimo avvenne alla Britannia, oggidí chiamata Inghilterra, alla Pannonia, ch'è l'Ungaria, e ad infinite altre che saria cosa lunga e dispiacevole a commemorarle. Ma non voglio tacere della povera e afflitta Grecia, celebrata da tutti gli scrittori, cosí greci come latini, la quale era anticamente l'albergo della sapienzia e l'esempio dell'umanità, che al presente si ritrova caduta in tanta calamità e rovinata, essendo soggetta all'imperio de' Turchi, ch'ella non è abitata se non da genti barbare, rozze e lontane da ogni gentilezza e onesto costume.
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