Il gran Turco gli rispose che voleva farlo re di Persia in luogo di suo padre, il qual era suo nemico, e datogli compagnia e modo per far principio lo mandò a Sivas, confine del dominio tra 'l gran Turco e Ussuncassan.
Giunto Ugurlimehemet al detto confine, poco stette che cominciò a far correrie e rubbarie, e danneggiar grandemente il paese di suo padre, il quale mandò gente per conservare il suo paese, non mostrando però di far gran conto di quest'impresa contra suo figliuolo; ma fece ben vista d'aver molestia e passione che se gli fosse ribellato e d'averlo perduto, e per questa cagione finse d'esser ammalato, e standosi alquanti giorni ritirato in camera, non voleva esser visitato se non da alcuni, de' quali gli pareva potersi fidare. E mentre che si va trattenendo con quest'astuzia, la fama si sparse insino a Constantinopoli che Ussuncassano era gravemente ammalato di maninconia, per essersegli ribellato il figliuolo. E crescendo tuttavia la fama del suo andar peggiorando nella malattia, alcuni de' suoi piú fidati, secondo l'ordine posto, diedero nome che Ussuncassan era morto, e furono espediti messi ad Ugurlimehemet, con lettere e segni secondo il consueto, dandogli aviso della morte di suo padre, e che dovesse andare a tor la signoria, prima che niuno degli altri due suoi fratelli, cioè Halul e Iacob, v'andasse. E acciò che fosse prestato fede alla cosa, furon fatte l'esequie per tutta la terra, e in tutt'il suo stato si teneva per certo che fosse veramente morto. Ugurlimehemet, avendo avuto tre differenti messi con segni secreti, secondo che s'usa in tal mutazion di stato, e tenutigli tutti tre e dati in guardia, s'assicurò d'andare a Tauris, e con poca compagnia in pochi giorni vi giunse: e andato al palagio per farsi signore, fu condotto dove era il padre sano, senz'alcun male, e fu ritenuto secondo l'ordine dato e fecelo morire, non avendo rispetto che fosse suo figliuolo.
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