Dopo la rotta alcuni andorno cercando il corpo di Sechaidar, e fu ritrovato per un prete armeno e portato in Ardovil a sepelire, e in Tauris fu poi fatta gran festa per l'avuta vittoria.
Rustan, avuta la nuova della rotta de' nemici e della morte di Sechaidar, subito mandò in Ardovil a pigliar la moglie con tre figliuoli, e gli voleva far morire. Ma, per compiacere ad alcuni signori, furono liberati, tenendogli nondimeno sotto guardia in un'isola ch'è nel lago d'Astumar, dove abitano Armeni, e vi sono piú di seicento case e una chiesa detta Santa Croce, nella quale vi sono piú di cento galogieri ed evvi anche un patriarca. Quivi adunque furono posti i tre figliuoli di Sechaidar, ma la madre restò in Tauris e rimaritossi ad un barone nemico del suo già primo marito. Li figliuoli stettero tre anni nell'isola, ma poi, dubitando Rustan che non scampassero e facessero qualche adunazione di gente contra di lui, ed essendo anche persuaso da alcun de' suoi che gli facesse morire, mandò a pigliarli. E quel medesimo giorno che 'l messo gli richiese da parte di Rustan, furno consegnati dagli Armeni, benché mal volentieri, percioché già aveano posto loro grand'amore, e massimamente al secondo, nominato Ismael, per esser bellissimo e piacevolissimo. Poi che gli ebbero consegnati (vedete quel che fanno i cieli, che di ciò che le lor influenzie hanno determinato conviene che ne segua l'effetto), s'intromise uno de' primi degli Armeni, dicendo agli altri: «Noi avemo dati in preda questi figliuoli a questo messo, né abbiamo veduto comandamento alcuno ch'egli abbia dal signor Rustan; leggiermente potria essere che noi fossimo ingannati, ed essendo menati via senza avere altro comandamento, e fuggendosene altrove, ne riportaremo qualche grave scorno e travaglio, e ragionevolmente potria dire il signor nostro: "Dove avete il comandamento mio?
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