Questo Ismael quando nacque venne fuori del corpo della madre co' pugni chiusi e pieni di sangue, il che fu cosa notabile, e il padre vedendo ciò disse: «Certo costui sarà un mal uomo», e deliberò insieme con la madre ch'egli non fosse nodrito. Ma Dio non volse, percioché, mandando per farlo morire, coloro che lo portavano, vedendolo cosí bello, si mossero a pietade e lo notrirono. In capo di tre anni, essendo venuto il figliuolo di sorte che mostrava quel che dovea venire, deliberarono di mostrarlo al padre, e con occasione glielo fecero vedere. Ed essendogli molto piaciuto, dimandò chi egli era, ed essendogli detto ch'era suo figliuolo, n'ebbe piacere e accettollo, mostrandogli alla giornata molto amore.
Or, essendo ragunati li detti cinquecento fanti e cavalli, passarono un fiume grande, che va alla volta di Sumacchia, detto Cur, che entra nel mar Caspio. E caminando alla volta di Sumacchia, dove aveano intendimento, il signor di quel luogo, il cui nome era Sermangoli, ricercò i suoi baroni per far esercito e andargli contro, uno de' quali disse: «Signor, lassa il carico a me, che certamente io ti porterò la testa di costui», e fatto settemila persone gli andò contra. Li sofiani, veduto all'incontro d'una campagna la gente di Sumacchia con gran possanza venire alla volta loro, si ritrassero sopra una collina ch'era nella detta campagna. Quelli di Sumacchia circondarono la collina per assediar la gente nemica, ma la fortuna fu propizia al Sofí, che gli urtò da quella parte che gli parve piú debile, e con animo di morir combattendo messe tanto romore che subito millecinquecento persone nemiche si umiliarono, accommodandosi al suo servizio, e il resto furono morti.
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