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      Or, stando egli in Tauris, ed entrato nell'anno 1504, intese che 'l signor di Gilan, mentre ch'egli stava fuori in Mosul e Bagadet, gli aveva rotta la pace; e, deliberato di vendicarsene, apparecchiò l'esercito e andossene alla volta sua. Esso, ciò intendendo, gli mandò subito ambasciatori incontro, chiedendogli perdono: e cosí con gran difficultà, dopo molti prieghi, il Sofí gli perdonò, ma gli raddoppiò il tributo. E ritornato indietro se ne stette in ozio e in quiete insin all'anno 1507.
     
      Ismael va contra Alidoli, rovina il suo paese e le sue genti; Alvan, scampato di Tauris, è incatenato; il figliuolo d'Alidoli, presagli la sua città, è ucciso. Opponsi poi al gran Tartaro, acciò non passi in Persia, e tornato in Tauris fa grandissime feste e giuochi.
      Cap. 15.
     
      Trovandosi il signor Sofí in suo dominio una parte del paese di Diarbee, ch'è Orfa, Moredin, Arsunchief e altri luoghi, e intendendo ogni giorno che Abnadulat faceva correr le sue genti a quelle bande danneggiando il paese, e che teneva la città di Cartibiert, standovi dentro un suo figliuolo, deliberò di far l'impresa contra il detto Abnadulat, perciò che questi luoghi erano stati sempre del regno di Persia, ma il detto Alidoli, dopo la morte di Iacob, stando la Persia in divisione, se n'era impatronito: onde, raccolte settantamila persone, s'inviò verso Arsingan, ch'è bellissima città e confina con la Trabisonda e con la Natalia. Quivi giunto si fermò per spazio di quaranta giorni, dubitando che l'Ottomano e il soldano volessero defendere Alidoli, per esser ne' confini d'ambedue.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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