Ismael, essendo con l'esercito nel paese del Carabas, spedisce due capitani all'impresa di Sumacchia; ed egli se n'andò verso il mar Caspio, pigliando molti luoghi, e tra gli altri il castello della città di Derbant, luogo d'importanza.
Cap. 16.
Stato che fu Ismael quindici giorni in Tauris, levossi del 151O e andò col suo campo al Coi, dove stette due mesi. E l'anno 1509 aveva deliberato d'andar contra Sermangoli, al quale oltra la vita avea donato anche lo stato di Servan e di Sumacchia: ma quando egli andò contra Tartari, costui trapassò le convenzioni della pace ch'aveva seco. E per ciò, ragunato il suo esercito, s'incamminò verso il paese del Carabas, dov'è una campagna che sí grandemente si distende che a dirlo ognuno stupiria, nella quale è un castello nominato Canar, ch'ha molti villaggi sotto di sé, dove si fanno le sete che dal luogo sono chiamate canari. E per esser questo paese grassissimo vi si fermò otto giorni, e quivi fece due capitani, uno chiamato Dalabec, l'altro Bairabec, dando loro il carico dell'impresa di Sumacchia, facendo ad ambedue dono d'essa. Ma, essendovi andati, sí com'era stato loro imposto, trovarono la città vota e tutti essersene fuggiti. Il signore era andato nel castello Culustan, ch'è grande come una città e inespugnabile, per esser situato sopra un monte; ma il castellano aveva intelligenza, se Ismael veniva in persona, di dargli il castello, il qual è mezo miglio lontano dalla città. A questo cosí fatto luogo s'accamparono li due capitani con diecimila valent'uomini per tenerlo assediato, poi che non si poteva battere da alcuna banda, per non esservi gl'ingegni da fare trabacchi né artiglieria.
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