Quando giunsero i giovani a Sammarcant, andò la nuova a un loro avo materno come essi avevan promessa ubbidienza al Sofí (questo loro avo è uno de' sette soldani della Tartaria), e andato a trovarli disse: «O insensati, voi avete vergognato il nome nostro, levando l'insegna d'un cane che non è né cristiano né macomettano», e adirossi grandemente con esso loro. I giovani rispondendo dissero: «Abbiamo fatto il tutto sforzati, avendo veduto nostro padre morto, noi prigioni, lo stato preso e malmenata la gente»; e mutati d'opinione portarono la beretta verde, e l'avo promise loro rifar nuove genti per andar contra il Sofí. L'anno del '12 questi figliuoli insieme col loro avo fecero grande esercito e vennero nel paese del Corassan, posseduto dal Sofí, e pigliarono la città di Chirazzo, tagliando a pezzi tutti li sofiani; e seguendo la vittoria presero altri luoghi assai. Di che essendo venuta la nuova al Sofí, che stava col suo esercito a Coraldava, subito levossi e fece d'ogn'intorno genti, e andò contra questi delle berette verdi, e cacciolli del paese del Corassan. Ed essendo essi di là dal fiume Efra verso il mar Caspio in certi monti, non parve al Sofí di seguitargli piú, e se ne tornò a Chirazzo, lasciandovi un suo figliuolo di quattro anni, insieme con un valoroso e savio capitano; ed egli se ne venne a Tauris, lasciando anche tutto l'esercito, per dubio che i Tartari non ritornassero.
Alcuni signori persiani chiamano l'Ottomano in Persia contra 'l Sofí; vi va con gran numero di gente, e vennero a giornata con lui, e rimasto vittorioso se ne ritorna in Amasia.
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