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      Il signor si mise anch'egli all'ordine, e dietro di lui veniva un bellissimo giovane detto Mergis, e poi tremila vestiti d'oro col cappello d'oro, ch'erano suoi schiavi, tenendo le mani nelle corde de' loro archi. Erano poi alla sinistra tremilacinquecento de' suoi uomini della corte, poi millesettecento solacchi, e le rose bianche del giardino del suo campo, e tredicimila giannizzari con schioppi e artiglierie. Alla sinistra di questi andava la gente della Natolia, della quale era capo il loro sangiacco, ch'era signor de' Turcomani, nominato Sachinalogier, tutti con le lancie. Dalla destra erano li valenti della Grecia, con lor capitano Sinan bassà, e il begliarbei del paese acquistato dell'Azimia, detto Buichimehemet, co' valenti d'Amasia con le spade in mano.
      Posti in ordinanza in questa maniera, a' 24 d'agosto a ora di terza s'affrontorno, e fecero grandissima e crudelissima battaglia, che durò fino a mezogiorno. All'incontro de' Greci stava il signor di Damasco, gran capitano nominato Sibes; e all'incontro di quelli della Natolia stava il signor d'Aleppo, detto Caierbec. Sinan bassà, portandosi virilmente, fece ritirar li suoi nemici fino allo stendardo: e vedendo la gente il valore del bassà, tutti seguivano la vittoria, e combattendosi molto gagliardamente d'ambedue le parti, cinque o sei volte l'un l'altro si ributtarono. Ma il signor d'Aleppo alla fine voltò le spalle e fuggí con tutta la sua banda. Il detto bassà cominciò a combattere col signor di Damasco, il qual non poté durare e se ne fuggí alla volta del gran soldano; e correndoli dietro uno de' valenti di Grecia gli tagliò via la testa, e appresso seguí anche la morte del soldano Campson il Gauri.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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