Fu poi deliberato di mandare due de' grandi co' cadi del Cairo per ambasciatori al soldano, esortandolo a volersi umiliare al signore, che prometteva donargli un grande stendardo del Cairo con la signoria; ma li Circassi, quando ebbero gli oratori in lor potere, li fecero morire.
Il signor, avendo intesa questa crudeltà, fece far ponti sopra il fiume, e comandò a Mustafà che passasse con tutto l'esercito. Ed essendo passato, fu riferito al soldano il tutto, il quale con cinquemila Circassi e diecimila Arabi, cavalcando da corrieri, in un giorno e una notte si vennero ad accostarsi. In questo mezo parte de' valenti di Grecia erano passati, e parte ne passavano, non avendo notizia alcuna di ciò: ma Iddio volse che coloro che cercavano luogo buono per drizzare il padiglion del signore viddero la polvere della cavalleria che veniva e, stando tutti maravigliati, montarono a cavallo. Il signor fece intendere a Mustafà che cavalcasse. I Circassi urtarono e ributtarono i nostri insino allo stendardo, ma poi rinforzandoci noi ributammo loro: il che vedendo, li Circassi di nuovo si ristrinsero e ci ributtorno, con tanta uccisione de' nostri che correva il sangue come un fiume. I Mori combattevano soli, per dar luogo a' Circassi di riposarsi, onde i nostri stavano in grandissimo disavantaggio del tutto: pur combattevano, ma con gran rovina.
Vedendo questa cosa il bassà, ch'era alla presenza del signore, e che s'andava alla via di perdere, furiosamente pigliò la scimitarra e il bosdocan, andando verso il soldano correndo, per cavargli prima l'anima del corpo e poi morire anch'egli.
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