Nel maggiore non vi sono stanze né vi abita alcuno; solamente ha un monte altissimo, ch'è forse un miglio, che sta dritto a guisa d'un muro, tal che non vi si può montare, eccetto da una particella di esso, dove hanno fabricato mura grossissime con molti torrioni per difesa di quei passi: e li soldati ch'alloggiano nel castello tengono per loro stanze i torrioni. L'altro, che è minore, è tutto benissimo abitato e ben popolato, e questo è quello dove stanza sultan Calil con Calconchatun sua moglie, ch'è sorella di sciech Ismael, col resto della sua famiglia.
In questa città vennero tutti li signori del Diarbech, per comandamento di Custagialu Mahumutbec, menando con essi tutti gli uomini che poterono, i quali ascesero alla predetta somma di diecimila. E giorno e notte combattevano, ma facevano poco frutto, però che li due castelli erano inespugnabili, né vi valevano i lor cavalli, né le lor lancie, né freccie né balestre né schioppi. Non vi valeva parimente una bombarda di bronzo di spanne quattro, la qual avevano levato da Mirdino, dove stava continovamente alla porta del castello della città. Questa bombarda fu gittata fino al tempo che regnava Iacob sultano in quel paese, che cosí egli la fece gittare. E io stando in Asanchif andavo molte volte a veder combattere e a sparar la detta bombarda; e anche Custagialu ne fece gittar una piú grossa da un giovan Armeno, che la gittò all'uso turchesco con bella tromba, e la bombarda e 'l mascolo era tutto d'un pezzo: il mascolo era lungo per la metà della tromba, ma piú sottile, e la bombarda nella bocca era cinque spanne.
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