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      Questa fondamenta è talmente grossa ch'ella volge di circuito da passa venti, fatta in forma di colonne, e sostiene il volto di mezo, stando posta in mezo il fiume: ed è tanto alto e largo il volto, che vi scorrerebbe una nave di trecento botti con tutte le vele imbroccate; e veramente assai volte, standovi sopra e guardando il fiume, mi veniva paura per la grande altezza.
      Ma poi che mi viene in proposito, dirò ch'io giudico tre cose esser nella Persia di bellezza singulare e notabile: il detto ponte d'Asanchif, il palagio di Assambei sultan e il castello Cimischasac.
     
     
      Del castello Cafondur e della città di Bitlis; de' popoli curdi e di Sarasbec curdo, signore della detta città, il quale faceva poca stima di sciech Ismael.
      Cap. 5.
     
      Or, parendomi aver detto convenientemente di questa città e delle sue condizioni, mi par ragionevole ch'io mi parta, seguendo il viaggio cominciato. Nel fine adunque de' due mesi m'inviai verso Bitlis, dalla quale sono cinque giornate di cammino insino a un castello che si chiama Cafondur, nel qual abita un signor curdo, governandolo sotto l'ubbidienza del signor di Bitlis. Egli è picciolo castello, fabricato sopra un monte acuto; e tutto quel paese è montuoso e arido, sí come da Asanchif a Bitlis tutta la strada è montuosa, con alcuni passi stretti e pericolosi. E avvegna ch'io abbia promesso di scrivere il viaggio drittamente, nondimeno, per sodisfazion mia e per dar piacere a' lettori, farò menzione anco d'una città ch'è poco fuor di strada, la qual è nominata Sert, dove nascono castagne e nocelle in gran quantità, e anche galla da conciar corami.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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