E alla fine pregò caldamente Bairambec che, quando egli tornerà alla nobil presenza di sciech Ismael suo signore, si degni di difenderlo e aiutarlo facendo sua scusa: la qual cosa il capitano Bairambec promise di fare; e oltre la promessa gli fece un convito cosí magnifico che saria stato conveniente a ogni gran re. Poi ch'ebbero desinato in compagnia, Zidibec cominciò scusarsi, chiedendo perdono a Bairambec del fastidio e travaglio che per lui avea avuto, venendo con tanto esercito in quel luogo, e levatosi in piedi gli disse: «Signore, manda con esso meco chi ti piace, ch'io li consegnerò nelle mani il castello, e pregoti che tu mi conceda due giorni di termine, ch'io possa apparecchiarmi per venir teco alla presenza di sultan sciech Ismael». Il capitano gli concesse quanto domandava e, chiamato un barone detto Mansorbec, gli comandò ch'andasse con Zidibec nel castello e lo pigliasse per consegnato, sin tanto che venisse altro aviso da sciech Ismael; e anche gli promise di fargli tal favore appresso sciech Ismael ch'egli resteria signor del castello e del bel paese.
Fatte queste convenzioni e patti, Zidibec pigliò licenza, e con esso lui andò il sopradetto barone Mansorbec, con forse cent'uomini, con intenzione di pigliar la possessione del castello a nome di sciech Ismael; e giunti alla porta, entrò primamente Zidibec, e dopo lui Mansorbec con la sua gente: e subito che fu serrata, comparvero da millecinquecento uomini armati, che già stavano apparecchiati per quell'effetto, i quali tagliorno a pezzi Mansorbec con tutti li suoi uomini.
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