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      Costui pigliò una moglie di gran nobiltà, figliuola d'un signor persiano, la qual era fuor di misura lussuriosa, ed essendosi innamorata d'un signor principale della corte, come malvagia e rea femina cercava di dar la morte a Iacob sultan suo marito, con proponimento di pigliarsi poi l'adultero per marito e farlo signore di tutt'il regno: il qual di ragione, per esser egli suo stretto parente, mancando la prole, gli perveniva. Però, accordatasi insieme con l'adultero, ordinò un tossico artificiato per dargli la morte.
      Ella adunque fece apparecchiare un bagno con molte cose odorifere, come quella che ben sapeva il costume di Iacob sultan, ed egli v'entrò dentro insieme con un suo figliuolo d'otto over nove anni, e vi stettero dalle ventidue ore fin al tramontar del sole. Uscito poi fuori entrò nell'arino, ch'era a lato al bagno, e la scelerata donna, avendo apparecchiata la bevanda avvelenata mentre ch'egli dimorò nel bagno, sapendo che ordinariamente uscendone egli chiedea da bere, se gli appresentò innanzi nell'entrar dell'arino con una coppa e un vaso d'oro, dov'era dentro il veleno; e mostrandosegli lieta in vista, e facendogli piú carezze del solito per poter meglio eseguir cosí scelerato effetto, la crudelissima donna sfacciatamente porse il veleno al marito. Ma non poté mostrarsi tanto sfacciata che non diventasse alquanto pallida in vista, il che accrebbe il sospetto di Iacob, però che già, per molti andamenti ch'egli avea veduto, avea cominciato a non fidarsi molto di lei: onde li comandò che gli facesse la credenza.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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