Onde, camminando l'uno contra l'altro, s'affrontarono insieme tra Tauris e Sumacchia. Ma perché nel viaggio v'è un grandissimo fiume, sopra il quale vi sono due ponti di pietra mezo miglio lontani l'un dall'altro, essendovi giunto prima Alumut col suo campo, ch'era di trentamila valent'uomini, fece rompere i ponti, di modo che non si poteva passare: e quivi il giovane sultan Alumut accampossi. Il giorno seguente giunse il nuovo capitano Ismael all'istesso fiume, ma né l'uno né l'altro poteva passare; nondimeno la fortuna, insieme con la diligenza d'Ismael, fece sí che in quel circuito si trovò il passo dove a guazzo si poteva passare, e quivi la notte seguente apparecchiò le sue genti e passò il fiume all'alba. E ragunate tutte insieme, senza ordinar schiera alcuna ma con tutt'il campo in frotta, assaltò l'esercito d'Alumut, che sicuramente tutti ne' padiglioni dormivano, e cominciorno a far grande uccisione di quelle meschine genti, delli quali parte era imbriaca di vino e parte d'erba, di tal maniera che non sapeano difendersi: e cosí a l'ora di terza tutti furno tagliati a pezzi, salvo che Alumut, ch'era fuggito con certi pochi compagni e andato in Tauris, dove stava il suo tesoro e il suo arin, e andossene poi in Amit.
Ismael fece di gran bottini, pigliando padiglioni, trabacchi, cavalli e arme, e tutto quello che a un capitano faceva bisogno, e ciascuno de' suoi soldati si fece ricco. E in questo luogo stettero quattro giorni riposandosi, che pel longo e forte combattimento erano stanchi.
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