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      Vennero anche alla sua presenza molti signori e baroni che s'umiliarono, mettendosi la berretta rossa, baciandogli le mani e facendosi suoi vassalli, eccetto un castellano d'un castello longi da Tauris due giornate, nominato Alangiachana. Questo castello tiene diciotto ville de' cristiani che si mantengono all'apostolica, e ogn'anno si sogliono mandar dal patriarca due uomini di quelle genti a Roma al papa, che gli portino incenso; e il patriarca è poi confermato da sua Santità, che gli avea mandato una bella mitria. Dicono i loro uffici in lingua armena, avendo perduta la lingua italiana. Nelle dette ville si truovano di molti libri e scritture in lingua italiana, e stando io in Tauris furon portati due libri scritti con lettere italiane: l'uno trattava d'astronomia, l'altro erano regole d'imparar grammatica. In queste ville nasce anche gran quantità di cremesi grosso. Or, come avete inteso, questo castello fu delle ultime fortezze che perdettero li cristiani, e già è gran tempo che quivi aveano perduto il volgare italiano.
      Questo castellano adunque, poi che il capitano Ismael ebbe conquistato Tauris, per quattro o cinque anni si tenne, perciò ch'egli era grand'amico d'Alumut sultan, e anche perciò che nel castello vi stava di molto tesoro, ch'Assambei sultan e Iacob suo figliuolo avean riposto in salvo. Venuto poi a morte Alumut, e il castellano inteso la nuova, né volendo piú tenersi, accordossi con Ismael e dettegli il bel castello col tesoro nelle mani. Come Ismael ebbe posseduto la sedia regale, da tutt'il popolo fu nominato sultan, vedendo ch'egli otteneva sí maravigliose vittorie, e da ognuno era molto onorato e amato e riverito.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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