Apparita che fu l'alba, cominciarono a sonar di molti stromenti, che li Persiani usano nelle battaglie, esortandosi l'un con l'altro a combatter valorosamente.
Venuto il giorno chiaro, Muratcan fu il primo ad assalir le genti sofiane con diecimila combattenti, ed entrando nella battaglia fece grand'uccisione: ma in breve ora i suoi soldati rimasero perdenti. Il che vedendo Muratcan con l'altre due schiere a un tratto entrò nel fatto d'arme, e parimente fece Ismael, constretto dal bisogno, laonde fu sparso tanto sangue e fatta sí grand'uccisione che mai nella Persia, dal tempo di Dario in qua, a un tratto in una battaglia non è stata la maggiore, che durò dalla mattina fin al mezogiorno. E ne rimase con la perdita e con gran danno Muratcan, il quale con poche genti se ne fuggí e ritornò in Babilonia, o vogliamo dire in Bagadet, con molto suo disonore e scorno; cosí come pel contrario Ismael ne riportò gran lode, e fece di molti bottini di padiglioni, trabacche e cavalli, e se ne ritornò in Tauris con gran trionfo e onore immortale, e longamente nel magno palagio Astibisti dimorò, godendosi ne' trionfi e piaceri, essendogli stato ucciso poco numero di gente. Ma quei di Babilonia, eccettuando da 50 in 70 che scamparono con Muratcan, tutti furono tagliati a pezzi, che potevan essere da trentamila: e ne fa fede l'istesso luogo dove fu fatta la battaglia, che vi si vedono monti d'ossa di quelle meschine genti.
In quel tempo Ismael poteva essere d'età circa 19 anni, come già ho detto; e i fatti e le prodezze che sin qui ho raccontato tutte le fece in un anno, che fu dell'anno 1499. E mentre io stava in Tauris, d'ogn'intorno correvano le genti con l'armi in mano per servirlo, massimamente della Natolia, di Turchia e di Caramania: e a tutti Ismael donava, a chi assai e a chi poco, secondo la condizione e la presenza dell'uomo.
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