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      E però Alumut fidatosi e lasciatolo entrare nella città con quattromila soldati, subito Amirbec pose le mani addosso al meschino Alumut, e misegli una catena al collo, dicendogli: «Tu sei prigione d'Ismael sultan». E, lasciato un governatore nella città, cavalcò per trovare Ismael insieme col prigione Alumut e se ne venne a Malacia, dov'io era, però che questa città è il piú propinquo luogo e piú commodo per entrare nel paese d'Aliduli, dov'era Ismael, e stette un giorno e mezo, co' quattromila sofiani ch'erano con esso lui: e io con gli occhi miei viddi il giovanetto Alumut, che stava in catena in un padiglione. Partitosi poi Amirbec, se n'andò a trovare Ismael, ch'era poco distante, e presentogli quel bel presente. Ismael, fattolo venire alla sua presenza, con le proprie mani gli tagliò la testa; poi si mise subito a camminare per entrar nel suo paese, dubitandosi delle nevi, e se ne venne a Malacia, e non vi stette se non un giorno per fornir le sue genti di vettovaglia; e passò il fiume Eufrate, che scorre dieci miglia lontano da Malacia, e se n'andò a Cartibirt, dove signoreggiava un figliuolo d'Aliduli, nominato Becarbec, con gente assai e fornito di vettovaglie: ma nulla gli giovò, perciò ch'Ismael prese la città, e a lui con le sue mani tagliò la testa, e poi con molta celerità s'incamminò verso Tauris.
      Di qua da Tauris sei giornate, per quelle nevi e gran freddo, morirono genti assaissime e molti cavalli e cameli, e perderono bottini assai, ch'aveano fatti nel paese d'Aliduli.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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