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      Ma pur tanto cavalcò Ismael che giunse a Coi, in un suo bel palagio ch'egli stesso aveva fatto fabricare, e vi dimorò insin al naurus, cioè fino al tempo nuovo. Dopo deliberò d'andar a distruggere Muratcan, sultan di Bagadet, e andatosene in Tauris, e trovato i suoi due fratelli, ch'egli avea lasciati al governo della città quando andò contro Aliduli, che non avevano servato totalmente i suoi comandamenti, poco mancò che non tagliasse loro la testa: ma per preghi di molti signori i giovanetti scamparono dalla morte; e con tutto questo Ismael non restò già di confinargli nella terra d'Ardovil, della qual essi sono nativi, né possono partirsi di quel paese e meno far gente, eccetto che dugento cavalli per ciascuno.
     
     
      Ismael col suo esercito va contra Muratcan, il qual è abbandonato da molti suoi baroni e soldati, che fuggirono nell'esercito d'Ismael; Muratcan, offerendosi d'esser suo vassallo, gli manda ambasciatori, e Ismael gli fa tagliare a pezzi con tutti li lor compagni,
      onde Muratcan se ne fugge e, non essendo ricevuto in luogo alcuno, se ne va ad Aliduli,
      che gli dà una sua figliuola per moglie.
      Cap. 19.
     
      Venuto che fu il tempo nuovo, Ismael aveva congregato da 30 in 40 mila combattenti, co' quali egli si mise in cammino e se ne venne in Casan, la qual città è sua; e, dimoratovi alcuni giorni, se n'andò poi in Spain, ch'è una gran città e benissimo popolata, ch'era di Moratcan: il quale, veduto l'inconveniente, dall'altra banda avea già fatto circa 36 mila combattenti, ed era venuto in Siras, ch'è una città molto piú grande e piú bella che non è il Cairo d'Egitto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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