Il quale, avendo inteso la sua fuga, gli mandò subito dietro seimila sofiani che lo perseguitarono; ma, passato ch'egli ebbe un fiume ch'aveva un ponte di pietra, subito lo fece rompere, e poco appresso sopragiunsero i sofiani, che non poterno far cosa alcuna.
Moratcan si mise poi in cammino e venne a un suo castello, dove stava un suo schiavo per castellano che, vedendo il signor suo fuggire, o forse avendo qualche intendimento con Ismael, non gli volse aprire. E avendo Moratcan in questo castello molto tesoro, né potendovi entrare, sdegnato fece tagliare a pezzi tutti gli uomini e le donne ch'erano in un borgo sotto il castello. Poi, inviatosi alla volta d'Aleppo, in pochi giorni giunse appresso alla città trenta miglia, e quivi fermossi con quelle poche genti ch'egli aveva, e mandò a Caerbec, signor d'Aleppo, a chiedergli salvocondotto: il quale glielo concedé molto volentieri, e ricevettelo con grandissimi onori. E subito Moratcan mandò molti de' suoi baroni ambasciatori al Cairo, chiedendo salvocondotto al soldano, il quale per qualche rispetto non volse darglielo, ma gli diede luogo che potesse andar a star con Aliduli, mostrando in palese che fusse fuggito. Ed essendovi andato, Aliduli l'accettò di tutto cuore, rammaricandosi del gran danno ch'egli avea avuto da' sofiani, ed egli all'incontro si doleva del danno d'Aliduli, e cosí ambidue s'andavano confortando: e non ostante le sopradette cose, Aliduli gli diede una sua figliuola per moglie.
Ismael, presa Bagadet, se ne va in Spain per impedire i Tartari;
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