Poi tutti li baroni cantano, lodando Ismael per esser egli signore e re tanto grazioso; il quale di presente è d'età di trentun anno, ed è di bellissimo aspetto, e in vista mostra d'esser molto benigno, né è di troppo alta ma di ragionevole statura, è grosso e largo nelle spalle, e nel viso mostra d'essere alquanto biondo. Porta la barba rasa, lasciatovi solo i mostacchi, e mostra d'esser di natura d'aver poca barba. È piacevole com'una damigella, e naturalmente è mancino, cioè adopra la sinistra mano in cambio della destra; gagliardo come un daino, e molto piú forte che niun de' suoi baroni. E quando giuoca all'arco tirando a' pomi, de' dieci che vengono gettati egli ne getta li sette, tanto è destro; e mentre dura il giuoco sempre si suonano di molti instrumenti, e molte donne ballano in quella festa, secondo la lor usanza, cantando le laudi d'Ismael. Il qual dimorò in Tauris da quindici giorni, poi se n'andò a Coi con tutto l'esercito, dove stette due mesi.
Sermangoli rompe i patti fatti con Ismael, il qual torna un'altra volta a rovinargli il paese, mandando a tal impresa due capitani; ed esso, partendosi da Canar, se ne va verso il mar Caspio, pigliando molti luoghi, e fra gli altri il castello della città di Derbant, ch'è molto grande e forte.
Cap. 21.
Stando in Coi, parmi che Sermangoli, ch'è re di Servan e tributario d'Ismael, aveva rotti i patti ch'erano tra loro: però Ismael, mosso da sdegno, ragunò le sue genti e se ne tornò un'altra volta a distrugger quel paese, come dianzi ho raccontato, ch'egli un'altra volta pigliò quel paese, e diedelo a colui che prima n'era signore; il qual, essendone privo e avutolo da Ismael, gli promise di servargli fede, ma l'ingannò, per il che ritornò a toglierlo, e andò poi in Carabacdac con tutt'il suo esercito.
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