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      Questo castello ha due porte, le quali avevano murate con grossi sassi e con buona calcina. Quivi stette Ismael da 15 in 20 giorni, e undici giorni continovi con tutt'il suo esercito, ch'erano da 40 mila combattenti, e combatté il castello, e furono fatte due cave per entrarvi, ma niuna fece l'effetto; ne fecero poi una grande a una torre, levando tutt'il fondamento d'essa, e la puntellorno con molte colonne di legno, e poi ch'ebbero ben puntellato e cavato l'empirono di legne ben secche e vi misero il fuoco, acciò ch'abbruciate le colonne la torre cadesse. Le legne in poco spazio di tempo s'abbruciarono, e usciva gran fiamma dalle bocche di quella grotta. Il fuoco fu posto alle 22 ore, ma poco effetto fece, essendo affocato ed estinto nella grotta. Il castellano, dubitando che la cosa non procedesse piú avanti in suo danno e perdita del luogo, mandò un suo messo a mezzanotte da Ismael, offerendogli il castello, pur che fussero salvate le genti e le robbe loro. Ismael, avendo veduto il fuoco non operare, diede la sua fede al messo, promettendogli quanto egli domandava. Però la mattina seguente furno ismurate le porte e datogli il castello nelle mani, dove trovò molte munizioni, vettovaglie e belle armature, e delle quali io ne viddi molte che furno portate alla presenza d'Ismael; il quale, dopo ch'ebbe pigliato il castello, vi dimorò da otto o nove giorni per rinfrescar le sue genti. In questo tempo molti signori confinanti vennero a umiliarsi, mettendosi la berretta rossa.
     
     
      Ismael se ne torna in Tauris, per la qual tornata si fanno grandissime feste e giuochi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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