Io in quel paese ho inteso che Ismael non è contento d'esser chiamato Dio, né anche adorato.
L'usanza loro è di portar berretta rossa, e sopravanza quasi mezo braccio, una cosa come sarebbe un zon, che dalla parte che si mette in testa viene a esser larga, ristringendosi tuttavia sino in cima, ed è fatta con dodici pieghe grosse come un dito, che vogliono significare li dodici sacramenti della setta loro, overo li dodici figliuoli d'Alí profeta. Oltre di ciò non si tagliano mai la barba né mostacchi. Il vestimento loro è come fu sempre; l'armature loro sono corazze di lame indorate, intagliate di bellissimi lavori, e similmente molti giacchi di maglia, elmetti come quelli de' Mamalucchi. Le barde loro sono ingiuppate col cottone e forti a maraviglia; hanno anche barde di lame indorate di finissimo acciaio di Siras, e barde di coio, ma non come i nostri: sono di pezzi, come stanno quelle ingiuppate e come quelle di Soria. Portano anche molti elmetti, over berrette d'una grossissima maglia. Poi ciascuno usa d'andare a cavallo, né vi si truova alcun pedone; usano lancia e spada e satachi, cioè cintura, con un arco con molte freccie.
Questa seconda volta che Ismael venne in Tauris operò cosa strana e disonesta, perciò che fece per forza pigliar dodici giovanetti, de' piú belli che fussero nella città, e, condotti nel palagio Astibisti, egli volse adempir con loro le sue triste voglie; dopo ne donò un per uno a' suoi baroni, che fecero il simile. E poco prima, quando anch'egli tornò in Tauris, pigliò dieci figliuoli d'uomini da bene e fece loro il simigliante.
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