E circa 8 giorni dopo noi sette, insieme con li 120 condotti, partimmo dalla Tana con la robba, vittuarie e instromenti, i quali portammo su quei zenà che s'usano in Rossia; e andammo sul ghiaccio per la fiumara della Tana, e il dí seguente giugnemmo lí, perch'è sul fiume, ed è circa sessanta miglia lontano dalla terra della Tana. Questo monticello è alto da cinquanta passa e di sopra è piano, nel quale ha un altro monticello simile ad una berretta tonda con una piega a torno, sí che due uomini sariano andati un appresso l'altro su per quel margine: e questo secondo monticello era alto 12 passa, e di sotto era di forma circolare come se fusse stato fatto a compasso, e occupava in diametro 8 passa. Principiammo a tagliare e cavare sul piano di questo monticello maggiore, il qual è principio del monticello minore, con intenzione d'entrar dentro da basso fino in cima, e di fare una strada larga e d'andar di longo. Nel principio del romper il terreno, quell'era sí duro e agghiacciato che né con zappe né con manare lo potevano rompere; pur, entrati che fussimo un poco sotto, trovammo il terreno tenero, e fu lavorato per quel giorno assai bene. La mattina seguente, ritornando a l'opera, trovammo il terreno agghiacciato e piú duro che prima, in modo che ne fu forza per allora abbandonar l'impresa e ritornar alla Tana, con proposito però e ferma deliberazione di ritornarvi a tempo nuovo.
Circa l'uscita di marzo ritornammo con barche e navilii, con uomini da 150, e demmo principio a cavare: e in 22 giorni facemmo una tagliata di circa passi 60, larga passi 8 e alta da passa 10. Udirete qui gran maraviglia, e cose per modo di dire incredibili.
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