Novenna si chiama un presente di nove cose diverse, come saria a dir panno di seta, scarlatto e altre cose insino al numero di nove: e cosí è costume di presentare a' signori di quel luogo. Volse ch'io fussi quello ch'andasse co' presenti, e gli fu portato pane, vino di mele, bosa (ch'è cervosa) e altre cose per insino a nove. Entrati nella moschea, trovammo il signore disteso su un tapeto, appoggiato a Naurus capitano: egli era da 22 e Naurus da 25 anni. Presentati che gli ebbe, gli raccomandai la terra insieme col popolo, il quale dissi ch'era in sua libertà. Risposemi con umanissime parole. Dopo, guardando verso di noi, incominciò a ridere e a sbatter le mani l'una nell'altra, e dire: «Guarda che terra è questa, dove tre uomini non hanno piú di tre occhi». E questo era vero, conciosiaché Buran Taiapietra, nostro turcimano, aveva un occhio solo; un Giovanne greco, bastoniero del consolo, uno solo; e colui che portava il vino di mele similmente un solo. Tolta licenza da lui, tornammo alla terra.
Il modo che tengono le scolte nel vivere; della grand'abbondanza delle vettovaglie che conducono in campo; in qual maniera cammina l'esercito de' Tartari. Degli uccelli chiamati gallinaccie.
Cap. 3.
Se fusse in questo luogo alcuno al quale paresse manco che ragionevole che dette scolte andassero a quattro, a dieci, a venti e trenta per quelle pianure, stando lontani da' suoi popoli le belle dieci, sedici e venti giornate, e domandasse di che possono vivere, io gli rispondo che ciascuno di questi, il qual si parte dal suo popolo, porta un utricello di pelle di capretto pieno di farina di miglio macinata e impastata con un poco di mele, e hanno qualche scodella di legno; e qualche volta pigliano qualche salvaticina, ch'assai ne sono per quelle campagne ed essi le sanno ben pigliare, massimamente con gli archi: tolgono di questa farina, e con un poco d'acqua fanno certa pozione, e con quella si passano.
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Naurus Naurus Buran Taiapietra Giovanne Tartari
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