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      Alcuni de' quali carri hanno le sue case suso, le quali essi fanno in questo modo: pigliano un cerchio di legno, il diametro del quale sia un passo e mezo, e sopra questo drizzan altri semicirculi, i quali nel mezo s'intersecano; tra questi poi mettono le loro stuore di canna, le quali cuoprono o di feltro o di panni, secondo la lor condizione. E quando vogliono alloggiare, mettono queste case giú de' carri e in esse albergano.
     
     
      Come un Edelmulgh, cognato del signore, avuta licenza entrò nella città e alloggiò in casa di messer Iosafa Barbaro, e, fatta amicizia tra loro, esso messer Iosafa andò con lui al signore, e quello che gl'intravenne fra via. Il modo ch'osserva quella gente quando va al signore per aver udienza.
      Cap. 5.
     
      Due giorni dopo, partito questo signore, vennero a me alcuni di quei della Tana e mi dissero ch'io andassi alle mura, dov'era un Tartaro il quale mi volea parlare: andai, e mi fu detto da colui come lí da presso si ritrovava un Edelmulgh, cognato del signore, il quale volentieri (piacendo cosí a me) entraria nella terra e si faria mio conaco, cioè ospite. Domandai licenza al consolo, e ottenuta che l'ebbi andai alla porta e tolsilo dentro con tre de' suoi, imperoché ancora si tenevano chiuse le porte. Lo menai a casa e fecigli onore assai, specialmente di vino, che molto gli piaceva: e in poche parole stette due giorni con me. Costui, volendo partire, mi disse volere ch'io andassi con lui, e ch'era fatto mio fratello, e che là dov'egli era io potevo ben andar sicuro; disse pur qualcosa a' mercanti, de' quali niuno era che non si maravigliasse.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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