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      E in quel tempo né Veneziani né altra nazione citramarina facea mercanzia in Soria.
      L'Erdil è fiume grossissimo e larghissimo, il qual mette capo nel mar di Bachú, lontano da Citracan circa miglia 25: e cosí esso fiume come il mare hanno pesci innumerabili, ma in esso mar si truovan schenali e morone assai, il qual fa anche sale assai. Per il fiume a contrario d'acqua si può navigare infino appresso il Moscho, terra di Rossia, a tre giornate: e ogn'anno quelli del Moscho vanno con lor navilii in Citracan a torre il sale, e vi è la via facile, perché il Moscho fiume va in quello che è nominato Occa, che discende nel fiume Erdil. Trovansi in questo fiume isole assai e boschi, delle quali isole ve n'è alcuna che volge trenta miglia. I boschi fanno talponi, che d'un pezzo cavato ne fanno barche che portano otto e dieci cavalli e altrettanti uomini. Passando questo fiume e andando per ponente maestro alla via del Moscho, presso però delle rive, quindici giornate continue, si truovan popoli di Tartaria innumerabili. Ma scorrendo verso maestro s'arriva a' confini della Rossia, dove si truova una terricciola chiamata Risan, la quale è d'un cognato di Giovanni duca di Rossia. Tutti sono cristiani e fanno alla greca; il paese è fertile di biade, carne e melle e altre buone cose; fassi eziandio bossa, che vuol dir cervosa; truovansi boschi e casali assai. Andando un poco piú oltre si truova una città chiamata Colona. E l'una e l'altra di queste due sono fortificate di legname, del quale medesimamente sono fatte tutte le case, imperoché in quei luoghi non si truova gran fatto pietre.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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