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      Ascendendo in monte per andare nella terra, a man manca si veggono assaissime arche, parte d'un pezzo, com'è detto di sopra, separate dal monte, e parte cavate nel proprio monte. Ascendendo piú in su si truovano le porte della prima cinta della terra, che sono quasi alla sommità del monte, le quali hanno un torrione per lato, e sono di ferro, senza legname alcuno, alte circa quindici piedi, larghe la metà, lavorate politissimamente, non meno che se fussero d'argento: e sono grossissime e forti. Il muro è grossissimo, pieno di dentro, con la sua guardia davanti, il quale di fuora è carico e coperto di terreno durissimo, tanto erto che per esso non si può ascendere alle mura. Il qual terreno gli va d'ogn'intorno, ed è tanto largo dalle mura che da basso circonda tre miglia, e in cima il muro non circonda piú di uno, ed è fatto a similitudine d'un pan di zuccaro. Dentro di questa cinta è il castello di Seleuca, con le sue mura e torri piene, tra 'l quale e le mura della prima cinta è tanto terreno vacuo che a un bisogno faria da 300 stara di frumento: è distante la cinta dal castello passi 30 e piú. Dentro del castello è una cava quadra fatta nel sasso, profonda passa cinque, longa 25 e piú, larga circa sette: in questa erano legne assai da monizione e una cisterna grandissima, nella quale non è mai per mancare acqua. E questa terra è nell'Armenia minore al presente, ma anticamente era nella Cilicia, che fu presa da' Turchi quando occuparono il restante dell'Asia minore, a' quali fu levata da Rubino e Leone, fratelli d'Armenia, circa il 1230: e la ridussero in regno, e da loro fu detta Armenia, la quale Armenia si estende infino al monte Tauro, chiamato nel lor linguaggio Corthestan.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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