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      Voglio dir qui una cosa assai rara, e nelle parti nostre rarissima, la quale m'intravenne. Stavomi un giorno solo sedendo nell'ospitale, ed ecco che viene a me uno carandolo, cioè un uomo nudo, toso, con una pelle di capriuolo davanti, bruno, di anni circa trenta, e si pose a sedere appresso di me, e tolsesi di tasca un suo libretto e incominciò a legger divotamente con buoni gesti, come se a nostro modo dicesse l'ufficio. Non molto dopo mi si fece ancor piú appresso, e dimandò chi io era; e rispondendogli io che era forestiero, mi disse: «Ancor io son forestiero di questo mondo, e cosí siamo tutti noi: e però l'ho lassato, e fatto pensiero di andarmene in cotal modo insino alla mia fine», con tante altre buone ed eleganti parole, che a me faceva una gran maraviglia, confortandomi al ben vivere, al viver modestamente e a disprezzare il mondo, dicendo: «Tu vedi come io me ne vado nudo per lo mondo. Ho visto gran parte di esso, e niente ho ritrovato che mi piaccia, per la qual cosa ho deliberato d'abbandonarlo al tutto».
      Partendoci da Merdino cavalcammo giornate sei insino ad una terra del signore Assambei la qual si chiama Assanchif: e prima che vi si giunga si vedono nella costa d'un monte piccolo, a man destra, abitazion d'uomini infinite, cavate nel proprio monte, e a mano sinistra si ritrova il monte, sopra il quale è edificata la detta terra, alla cui radice sono anche grotte, dove abita gente assai. Le qual grotte per tutta una faccia del detto monte sono innumerabili, tutte assai alte da terra, con le loro strade che guidano alle dette abitazioni, alcune delle quali sono alte piú di passa trenta, di modo che, quando vanno con le persone e animale per le dette strade, par che caminino in aere, tanta è la loro altezza.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Merdino Assambei Assanchif