La loggia era tutta lavorata di musaico, non minuto come usiamo noi, ma grosso e bellissimo, di diversi colori.
Il primo giorno che mi ritrovai in quel luogo vi erano alcuni cantori e sonatori, con arpe grandi un passo, le quali essi tenevano riverso, cioè capi a piedi, leuti, ribebe, cimbali, pive e canti di voci pieni di dolce concento. Il dí seguente mi mandò a vestir due veste di seta, le quali furono un subbo fodrato di varo e giubbo, un fazzuol di seta da cingere, una pezza di bambagio sottile da mettere in capo, e ducati 20; e mandommi a dire che io andassi al maidan, cioè alla piazza, a vedere il tanfaruzo, cioè la festa. Andai lí a cavallo, e trovai su quella piazza circa uomini 3000 a cavallo, e a piedi piú di due volte tanto; e li figliuoli del signore stavano ad alcune finestre. Quivi furon portati alcuni lupi salvatichi, legati per un piè di dietro con alcune corde, i quali ad uno ad uno erano lasciati andare insino a mezo la piazza; poi uno atto a ciò si faceva avanti alzando le mani per dargli, e il lupo all'incontro gli andava alla via della gola: ma, per esser colui molto atto e per sapersi schifare, non lo brancava se non nei bracci, dove non gli poteva far male, per non poter trapassar coi denti quelle giubbe di che era vestito. Li cavalli per paura fuggivano fra gli altri, e molti d'essi cascavano sottosopra, parte in terra e parte in quell'acqua la qual passa per la città; e quando avevano stanco un lupo, ne facevano venire un altro: e questa festa facevano ogni venere.
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