Dentro vi sono sepolture assai delli signori che erano a quel tempo. Per mezo di questa porta n'è un'altra simile, e dai lati due altre minori, una per lato in croce, in modo che la cuba grande ha quattro porte, due grandi e due picciole, le balestrate delle quali sono di rame, larghe tre quarti di un braccio e grosse mezo braccio, intagliate col borio a fogliami e disegni a lor modo bellissimi, per dentro dei quali è oro e argento battuto, che in vero è cosa mirabile e di valore grandissimo. Le gelosie delle porte che ho detto di sopra stanno in questa guisa: sono alcuni pomi grandi come pani, alcuni piccioli come narancie, con alcuni bracciuoli i quali brancano l'un pomo e l'altro, come mi ricordo aver già veduto scolpito in legno in qualche luogo. La manifattura dell'oro e dell'argento è di tanto magisterio che non è maestro dalle bande nostre che gli bastasse l'animo di farla, se non in gran tempo. La terra è assai grande, circonda miglia quattro, è fornita bene di acque: e se da altro non si potesse comprendere, dal nome solo s'intende che è stata molto notabile. Al presente è male abitata: può far da anime 7000 in 10000 e forse piú.
Stando nella detta terra, fui avisato come il signore, avendo sentito quello di che ho fatto menzione di sopra, che un suo figliuolo aveva occupata Siras, si levava di lí con la sua gente per seguire il cammino verso Siras, e incontinente mi levai da Soltania, dove allora mi ritrovavo, e andai a Culperchean, che vuol dire in nostra lingua schiavo del signore; terra picciola, ma tale che mostra pur aver avuti di buoni edificii, per le ruine che vi si veggono.
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Siras Siras Soltania Culperchean
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