Onde, quando qualcuno deliberasse (volendo far questo camino) di non passar per Derbent, gli saria necessario andasse prima in Zorzania, poi in Mengrelia, la qual è sul mar Maggiore, ad un castello nominato Alvati, dove si trova una montagna altissima; e lí converria che lasciasse i cavalli e che se n'andasse a piedi su per brichi, tanto che tra l'ascendere e descendere caminasse due giornate, e poi a basso troverebbe la Circassia, della quale abbiamo parlato di sopra nella prima parte. Il qual passo è usato solamente da quelli che stanno alli confini, né per quella distanzia s'intende ch'alcuno vi passi, da essi in fuori, per esser luogo incommodissimo. Onde (tornando a proposito) la cagion del stretto è che il mare mangia infino là presso la montagna dove è Derbent; di lí avanti è spiaggia e molto poco terreno: ed è questo stretto lungo circa miglia sessanta, pur alquanto abile a cavalcare. Da là indietro, voltando a man sinistra, il monte volta, e puossi andar sopra il monte, il quale anticamente si nominava monte Caspio: dove si riducono i frati di S. Francesco e qualche nostro prete alla latina. Li popoli che abitano in questi luoghi si chiamano Caitacchi, come è detto di sopra: parlano idioma separato dagli altri; sono cristiani molti di loro, dei quali parte fanno alla greca, parte all'armena e alcuni alla catolica.
D'una città detta Bachal. D'una montagna che butta olio negro. Del signor Tumambei, e di che maniera siano le case sotto la signoria di quello. Il modo della visita che si faceva ad un figliuol dell'imperator tartaro, che si ritrovava appresso il signor Tumembei.
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